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Chiesa S. Donato o Nazareth

L'annotazione a santa Maria di Nazareth si riferisce agli arcivescovi di Nazareth fuggiti dalla Galilea e rifugiatisi a Barletta - dove il loto principale punto di ritrovo fu la chiesa di Santa Maria di Nazareth nel borgo di sant' Antonio -, da cui dipendeva anche l'omonima chiesa di Vaglio. Vari rettori si alternarono nel corso del tempo nella gestione della chiesa pugliese e dei beni di pertinenza del vescovo di Nazareth, tra cui c'era anche la chiesa lucana. L'edificio, risalente al XIV secolo, è caratterizzato da forme semplici ed essenziali, a cui una certa suggestione è conferita dalle cortine murarie in pietra. La sobrietà dell'esterno, dove la copertura a spioventi è interrotta da un aereo campandetto a vela, si proietta anche nella spazialità dell'aula interna; quest'ultima è impostata su due navatelle affiancate e divise da un unico arco, ognuna terminante in una piccola abside senicircolare, a cui si può accedere mediante due portali simmetrici con finestra soprastante. Alle spalle della chiesa irrompe con tutta la sua bellezza il corpo bi-absidato, che trova un valido termine di paragone nella zona prebsiderale del santuario di Rossano - a cui rimandano anche i due altari uncini - anch'esso peraltro appartenente alla mensa del vescovo di Nazareth. Sulle pareti interne della chiesa si dispiega un interessante ciclo di affreschi, i cui interventi pittorici si possono datare in un arco di tempo compreso tra il XIV ed il XVIII secolo. Fra le varie scene si scorge la raffigurazione di San Sabino, patrono di Gravina, la cui presenza pittorica si può verosimilmente spiegare con i molteplici rapporti che legavano la chiesa di Vaglio al mondo pugliese. Nell'arredo liturgico sono inclusi due altari lignei ascrivibili al XVIII secolo e due statue, anch'esse settecentesche (o di poco antecedenti), raffiguranti rispettivamente San Donalo e la Madonna con il Bambino. L'ancona lignea contenente la statua di Santa Maria dr Nazareth fu commissionata dal rettore don Clemente Catalano, come testimonia la scritta posta al di sotto dei plinti -Sumptibus rectore R.D Clem.e V.s Cappellae S.S Sacramenti 1730-. Una delle pareti è arricchita da una lastra marmorea percorsa da un'epigrafe, il cui contenuto ricorda la presenza nella chiesa della Confraternita di Santa Maria di Nazareth ed i restauri di cui i suoi membri si fecero promotori alla metà del Cinquecento, -hoc opus fe: venerabiles Confratres Sante Marie Nazarene 1553-.

Autore: Cartello affisso nei pressi della Chiesa

 

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